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Gasometro

Auguri, Roma! | Di Gasometri e di Archeologia Industriale a Ostiense

21 Aprile 2017

Auguri, Roma! | Di Gasometri e di Archeologia Industriale a Ostiense

Perché si festeggia il Natale di Roma?

Leggenda infatti vuole che sia stata fondata proprio il 21 aprile del 753 a.C. da Romolo. Si chiama “Natale” perché in latino il termine “Natalis dies”  indicava il giorno di inizio di un a data importante.

Come molti di voi ormai già sapranno, per noi di Co.Ro. Jewels,  Roma ha un significato particolare.

E’ la città dove:

  • Ci siamo conosciute tra i banchi di scuola di un liceo storico in Piazza del Collegio Romano,
  • Abbiamo cominciato la nostra avventura come designer di gioielli in un adorabile atelier dietro la suggestiva Piazzetta degli Zingari (sì, proprio dietro il Fatamorgana) nel rione Monti,
  • Abbiamo aperto il nostro primo negozio (che abbiamo disegnato interamente noi!) in via della Scrofa 52.
Archeologia Industriale a Ostiense | © Camilla Colavolpe
Archeologia Industriale a Ostiense | © Camilla Colavolpe

Abbiamo quindi deciso di celebrarlo a modo nostro, cioè con un blog post in cui vi racconteremo di un insolito scorcio di Roma che ha ispirato (ed ispira tuttora!) le nostre creazioni.

Appuntamento in via del Commercio 9/11 ad Ostiense, dunque, all’ombra (si fa per dire) dei suoi gasometri che non solo spezzano la meravigliosa monotonia della skyline di cupole e di ben più blasonate architetture della città eterna, ma che hanno ispirato alcuni tra i nostri gioielli più amati.

Qui, dove la street art di BLU e Ozmo decora angusti sotto cavalcavia ed il complesso del Porto Fluviale, e film come “Accattone” di Pasolini e “Le Fate Ignoranti” di Ozpetek  hanno trovato il loro set naturale, vedrai diversi esempi di archeologia industriale.

Gasometro | Sistema Archivistico Nazionale
Gasometro | Sistema Archivistico Nazionale

Ma cos’è, esattamente, l’archeologia industriale?

E’ una branca che si occupa della “scoperta, catalogazione e dello studio dei resti fisici delle industrie e dei mezzi di comunicazione del passato” (Kenneth Hudson) attraverso la multidisciplinarietà (interessando archeologia, architettura, tecnologia e pianificazione urbanistica) per un periodo che parte dalla seconda metà del Settecento e che termina ai giorni nostri.

Fine della parte istituzionale!

Creando dei gioielli che trovano parte della propria vocazione nell’architettura, nell’arte, nel design e nella tecnologia 3D che a volte usiamo, troviamo quesa contaminazione tra discipline estremamente affascinante.

Inoltre, la vocazione di recupero della memoria storica di questa branca dovrebbe essere d’ispirazione per tutti noi, creativi e non.

Gasometro | © Guido Caltabiano
Gasometro | © Guido Caltabiano

I nostri suggerimenti per esplorare i siti dell’archeologia industriale di Ostiese

Se vuoi goderti il sole primaverile tra bellezze architettoniche non convenzionali e testimoni di un temo in cui Roma era una città energeticamente indipendente, ti suggeriamo una passeggiata alternativa tra

  • I tre gasometri a struttura definita “a telescopio”
  • Il Ponte dell’Industria ed il Ponte della Scienza
  • La Centrale Termoelettrica Montemartini, inaugurata nel 1912 come primo impianto pubblico di produzione di elettricità riconvertito in polo museale
  • L’ Ex Mira Lanza, un’ex fabbrica ormai dismessa in cui trova spazio il Teatro India ed incredibili esempi di street art (ne parla anche SALT EDITIONS)

Il gazometro in particolare è per noi il simbolo esteticamente più rappresentativo di questa zona dagli echi un po’ lunari.

Ecco perché lo abbiamo scelto come simbolo della nostra collezione “Industrial Archeology”: lo trovererete raffigurato sia negli anelli, che in orecchini, ma anche in preziosi choker e bracciali.

Gasometer Gold Cuff & the Gasometer of Rome | Courtesy of Co.Ro. Jewels
Gasometer Gold Cuff & the Gasometer of Rome |  © Francesca Fago ph.

Camilla Colavolpe

Bibliografia

Testaccio. Da quartiere operaio a Village della capitale” della sociologa urbana e fondatrice dell’associazione culturale “Ottavo Colle” Irene Ranaldi, edito da Franco Angeli Editore.