Il panorama frastagliato dei Faraglioni, l’acqua blu elettrico della Grotta Azzurra, le case a cupola mediterranee incorniciate da bouganvillee sgargianti: benvenuti a Capri, seconda tappa del viaggio nell’immaginario di Co.Ro. iniziato a Roma alla scoperta del suo sottovalutato passato industriale.
Dall’imperatore Tiberio a Thomas Mann, da Pablo Neruda a Curzio Malaparte: sin dall’antichità Capri è stata meta privilegiata da grandi intellettuali e personalità politiche. Da essa hanno tratto ispirazione artistica e su di essa hanno lasciato un’impronta con la costruzione delle loro case.
Con questo articolo vogliamo raccontarvi la più straordinaria tra queste: Villa Malaparte. Costruita tra il 1938 e il 1940, questo capolavoro di architettura razionalista rappresenta il ‘Ritratto di pietra’ del suo proprietario: lo scrittore Curzio Malaparte.
Curzio Malaparte: un dandy controverso
Kurt Erich Suckert (Prato, 9 giugno 1898 – Roma, 19 luglio 1957) – in arte ‘Curzio Malaparte’ – è un giornalista, scrittore, poeta e dandy dall’animo istrionico e imprevedibile. Da fascista della prima ora a confinato nell’isola di Lipari con l’accusa di attività antifascista all’estero, da collaboratore degli alleati a filocomunista. Il suo orientamento politico è la sua anima contraddittoria.
Kaputt e La Pelle, sono alcune tra le sue opere più celebri: la prima raccoglie tutte le sue esperienze vissute durante il secondo conflitto mondiale, mentre la seconda è ispirata alla liberazione di Napoli da parte degli Alleati.
E’ un Anti-Céline che anticipa Hemingway nel suo Addio alle armi
scrive Maria Antonietta Macciocchi, direttrice del settimanale del Partito Comunista Vie Nuove, che gli commissionerà uno dei primi reportages sulla Cina.
Ma veniamo a Capri: Curzio Malaparte se ne innamora nel 1936, in occasione di una visita all’amico e scrittore svedese Axel Munthe. Segnato dall’esperienza di esilio a Lipari, in Punta Massullo trova il luogo perfetto dove dedicarsi alla sua arte:
Nessun luogo, in Italia, ha tale ampiezza d’orizzonte, tale profondità di sentimento. È un luogo, certo, solo adatto per uomini forti, per liberi spiriti.
Questa fu l’impressione di Malaparte sul terreno che acquisterà poco dopo dal pescatore Antonio Vuotto.
Villa Malaparte o Casa come me
Capo Massullo si trova in una zona paesaggistica vincolata nella zona orientale dell’isola. Curzio Malaparte riesce però a ottenere la tanto ambita licenza edilizia grazie alle sue conoscenze politiche.
Una casa come me, dura, strana, schietta
con queste parole affida il progetto nel 1938 a uno dei massimi esponenti del razionalismo italiano: l’architetto Adalberto Libera. Un rapporto turbolento che ha contribuito a rendere questa maison d’artiste ben diversa dal progetto originale.
Essenzialità, integrità e durata sono i valori architettonici che caratterizzano gli schizzi iniziali di Libera. Il cantiere sarà però seguito dal capomastro Adolfo Amitrano di Capri seguendo le indicazioni dello scrittore.
La casa c’era già, io ho disegnato il paesaggio!
esclamerà lo stesso Malaparte nel libro La Pelle, che scrisse proprio qui nel 1949.
Costruita con l’intento di riprodurre le condizioni del suo esilio a Lipari, questa ‘nave antica‘ rosso pompeiano dalle forme eclettiche e spigolose rispecchia la personalità dello scrittore.
Il volume della villa è costituito da un parallepedido regolare e da uno trapezioidale che si sviluppano sulla lunga pianta (45 x 9 metri).
L’edificio viene realizzato con materiali tradizionali: muri portanti in pietra di cava non squadrata e solai in latero cemento. Picco di lirismo tecnologico il sistema di realizzazione delle aperture: lastre di cristallo direttamente siliconate al muro senza telai. Soluzione che fa sorridere e riflettere, tanto poetica quanto lontana dalle contemporanee pratiche legate al risparmio energetico
All’interno, la casa si sviluppa su tre piani dove il salone è il centro di gravità. Mobili di design poggiati sul pavimento di basalto sono circondati da quattro grandi finestre, le cui cornici di legno di noce immortalano il Monacone, i Faraglioni, Punta Capannella e la linea dell’orizzonte a picco nella baia di Matromania. Meraviglioso il camino con il fondo di cristallo che inquadra il tramonto sul mare tra le fiamme ardenti. Si avvicendano poi l’appartamento per gli ospiti (o l’Ospizio) e la camera da letto della compagna del momento (o la Favorita). Lo Studio in particolare vanta delle pregiate le maioliche che si ispirano a uno schizzo di Goethe nel manoscritto Viaggio in Italia, dipinte da Alberto Savinio.
All’esterno, la scalinata in stile precolombiano unisce il mare la terrazza panoramica, dove una scultorea citazione Lecorbuseriana protegge gli ospiti da sguardi indiscreti.
Linee pure e moderne ma realizzate con delle tecniche tradizionali. Sfida alla bellezza selvaggia di Capo Massullo ma con sembianze di prolungamento del promontorio: un’architettura paradossale che non manca di suscitare delle reazioni feroci. Alcuni la definiscono
Un prodotto rigido ed in collera con la natura
Altri
Un relitto rimasto sulla roccia dopo il riflusso delle onde
Oppure, per dirla come Bruce Chatwin
Una nave omerica finita a secco
Ciò che resta è un’importante protagonista di un dialogo inconsueto tra il Mediterraneo e la montagna alle sue spalle.
Grande ammiratore del popolo cinese, Curzio Malaparte lascia la Villa alla Repubblica Popolare Cinese di Mao. Non essendo la Cina ancora riconosciuta come soggetto di diritto internazionale, il testamento viene quindi impugnato vittoriosamente dagli eredi.
Anche se purtroppo non è aperta al pubblico, la si può ammirare sia via mare durante una gita in barca che via terra, durante la passeggiata del Pizzolungo.
Da Godard alla 69° edizione del Festival di Cannes
Picasso, Cocteau, Moravia, Breton: Villa Malaparte è stata un crocevia culturale di altissimo livello, uno spazio privilegiato di contaminazione artistica.
Brigitte Bardot stessa si è aggirata per queste sale durante le riprese del film ‘Le Mepris – il Disprezzo’ di Jean-Luc Godard. Celebre la scena in cui prende il sole nuda sul tetto-solarium, definito poi da Maria Antonietta Macciocchi come
Una terrazza che si getta come un gabbiano rosso verso i flutti del mare
Anche la regista Liliana Cavani vi gira nel 1981 ‘La Pelle’, filmtratto da uno dei più celebri romanzi dello scrittore pratese che viene qui interpretato da Marcello Mastroianni.
Di ispirazione non solo per il cinema, ma anche per la moda: Karl Lagerfeld la visita nel novembre del 1997 per circa cinque giorni e vi scatta delle polaroid che vengono pubblicate in un libro edito da Steidl l’anno successivo.
Nel 2013 Casa Malaparte fa da sfondo ad una pubblicità per la nuova fragranza di Ermenegildo Zegna, girata dal regista Jonas Akerlund.
Per finire, l’anno scorso viene immortalata in una suggestiva luce d’oro nella locandina ufficiale del sessantanovesimo Festival cinematografico di Cannes: a dimostrazione di come sia ancora viva nell’immaginario collettivo e simbolo intramontabile del cinema d’autore.
Villa Malaparte è un luogo magico, un luogo unico, un luogo di immensa ispirazione. Un tempio di arte e cultura.
Che volevamo condividere con voi.
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Camilla Colavolpe
Bibliografia
Baglione C., Broggi A., Codello R., Talamona M., “La conservazione di Casa Malaparte” in Casabella n. 648, settembre 1997
Chatwin B., “Tra le rovine” in Casabella n. 648, settembre 1997
Hejduk J., “Casa come me” in Domus n. 605, aprile 1980
Monaco A., “Casa come me. Progettare per se stessi” in Quaderni Istituto per l’Architettura Mediterranea / 2, ottobre 2013
Purini F., “Architettura senza architetto?” in Casabella n. 582, settembre 1991
Savi V.,“Orrifica, surrealistica. Casa Malaparte a Capri e Adalberto Libera / Abitare nell’architettura” in Lotus 60 ,1988
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